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diumenge, 11 de juliol del 2010

Barcellona e la Catalogna sul piede di guerra contro la Spagna

Prove tecniche di autodeterminazione del popolo catalano, dopo la bocciatura da parte del Tribunale Costituzionale spagnolo di 14 articoli dello Statuto della regione.

DANIELE GERMANI - PERIODISTA DEL DIARI ITALIÀ 'GIORNALETTISMO'.

Barcellona in fermento, e certamente non per la finale mondiale, anzi, tutto il contrario: alle ore 18 più di 1400 associazioni, sportive, sociali e politiche, provenienti da tutta la regione e la quasi totalità dei partiti politici catalani manifesteranno nel centro della capitale catalana contro la decisione del Tribunale Costituzionale che nei giorni passati aveva bocciato ben 14 articoli, e ne aveva rivisti altri 28, dello Statuto della Catalogna. Questo documento, in discussione da ormai quattro anni, tra gli altri riportava tre fondamentali concetti, e cioè che la Catalogna è una nazione, che la lingua catalana, veicolo per far si che la regione autonoma si autodetermini in seno amministrativo e sociale, sostituisca definitivamente la lingua spagnola (il castillano) nell’amministrazione pubblica e nei mezzi di comnicazione e infine che il Pil catalano venga reinvestito per intero nella regione autonoma per il finanziamento delle opere pubbliche. Il Tribunale Costituzionale, bocciando questa visione secessionistica, ha di fatto affossato le mire secessionistiche della Catalogna, infliggendo all’autodeterminazione del popolo catalano una ferita dalla quale sarà difficile guarire.

LA RABBIA DEI CITTADINI CATALANI – Lo stato centrale spagnolo e i cittadini sono, secondo il Tribunale Costituzionale, “gli unici titolari riconosciuti della sovranità popolare, poichè la Costituzione non riconosce altra nazione che quella spagnola”. È questo il passaggio principale contro il quale la comunità indipendentista catalana manifesterà oggi pomeriggio. Si prevede una massiccia mobilitazione generale sia di cittadini che di forze politiche, nonostante il Partito Socialista Catalano (PSC), al momento una delle forze politiche più influenti nella regione autonoma, cerchi di freddare gli animi, timoroso di accrescere la tensione con il partito centrale. Nonostante questo, lo stesso PSC, che ha eletto il suo precedente segretario come attuale Presidente della Regione Catalana, l‘ERC (Sinistra Repubblicana Catalana) e il CiU (Convergenza e Unione), che ha amministrato il potere politico della regione per ben 23 anni, scalpitano e infuocano gli animi, richiamando alla marcia il maggior numero possibile di cittadini. Il Presidente della Catalogna, Josè Montilla Aguilera, ha definito la bocciatura dello statuto un vero e proprio attentato alla nazione catalana e alla dignità dei suoi cittadini, dichiarando che le motivazioni di questa sentenza, che sono state pubblicate ieri pomeriggio, “sono inaccetabili” e si dice certo che “invoglieranno i catalani a partecipare alla manifestazione”. In una intervista rilasciata qualche minuto fa a Onda Cero, radio di riferimento per la politica catalana, il mandapresident mon Barcellona e la Catalogna sul piede di guerra contro la Spagnatario al potere Montilla ha inoltre aggiunto che questa sentenza non solo non risolve la questione catalana, ma creerà ulteriori problemi, a partire dall’unità spagnola stessa.

BREVI CENNI DI CATALANISMO – Dopo quasi cinquant’anni di repressione franchista, durante la quale parlare in catalano o mostrare effigi separatiste portava dritto dritto al reato di attentato dell’unità nazionale, i catalani, dopo la morte nel 1975 del dittatore spagnolo, trovarono nella riacquistata democrazia una speranza di potersi finalmente distaccare da uno stato, la Spagna, che hanno da sempre considerato come invasore. La Catalogna, a differenza della Padania, tanto per fare un esempio chiarificante, ha delle radici ben differenti dal resto della nazione iberica, con una cultura e una unità territoriale ben definita, e che quindi si sente nazione a tutti gli effetti. Dal 1975 ad oggi, la Catalogna ha sviluppato una forte propensione all’indipendenza e, a differenza dei bombaroli Paesi Baschi, ha sempre tentato la via politica al fine di raggiungere l’autodeterminazione territoriale. Ora si aprono scenari del tutto nuovi; se la manifestazione in programma nel pomeriggio avrà un forte seguito, lo stato centrale non potrà certo chiudere gli occhi e disinteressarsi della questione catalana, a richio di vedere salire il livello di tensione politica a livelli mai raggiunti da quasi un secolo, quando nei primi decenni del XX secolo, la Catalogna si trovò già ad affrontare la questione indipendenza, poi soffocata nel sangue dalla guerra civile e dalla sopressione della Repubblica Democratica. Staremo a vedere; sta di certo che questa situazione sembra sottovalutata da molti, soprattutto dalla Comunità Europea e dall’opinione pubblica internazionale, mentre quello che sta per accadere per le strade catalane rischia di incendiare gli animi verso una sollevazione popolare molto intensa, come mai era successo prima.

Giornalettismo.com - 10/7/10